Con atto del 2 dicembre 1916, rogato Notaio Francesco Ottaviano, i signori dott. Ignazio, avv. Vincenzo, germani Ottaviano, il marchese Giuseppe Maggiore e il signor Giuseppe Nifosì promossero la costituzione di un Istituto con “il fine esclusivo di compiere operazioni per le case popolari nella circoscrizione di Ragusa Inferiore”. Detto Istituto, con la denominazione di “Istituto Ignazia Ottaviano per le Case Popolari di Ragusa Ibla”, fu riconosciuto con R.D. 24 febbraio 1918, numero 337.
Con la lettera del 16 ottobre 1940, protocollo numero 21005, il Prefetto, riferendo che da parte del Consorzio Nazionale degli Istituti Fascisti Autonomi per le Case Popolari erano state rivolte vive premure per la costituzione, in questa provincia, dell’Istituto e che un ulteriore ritardo avrebbe nociuto al finanziamento che si prevedeva sarebbe stato assegnato, “tenuto conto della necessità che esista un patrimonio iniziale” e ritenuto che il patrimonio di cui disponeva “l’Istituto Ignazia Ottaviano per le Case Popolari era perfettamente allo scopo…”, richiese agli amministratori di “adottare i provvedimenti di Vostra competenza acciocché il patrimonio in atto posseduto dall’Istituto Ignazia Ottaviano possa essere messo a disposizione per lo scopo di cui ho accennato, significando che questa Prefettura non mancherà di esaminare benevolmente, rappresentandoli alle superiori autorità, quelli che saranno i vostri desideri in relazione agli scopi che si era proposto di raggiungere”.
Questi scopi erano rappresentati dalla costruzione di alloggi per gli “ingrottati” delle vie Velardo, Pirrera e Ugolino di Ragusa Ibla.
Il 19 dicembre 1940 l’Istituto “Ignazia Ottaviano” per le Case Popolari deliberò di mettere a disposizione del costituendo Istituto Fascista Autonomo per le Case Popolari della Provincia di Ragusa “tutte le somme delle quali disponeva” e cioè lire 150.000.
L’Istituto fu costituito con atto del 18 febbraio 1941, rogato Notaio Ignazio Emmolo ed eretto ad Ente Morale con R.D. 30 marzo 1941. Con lo stesso decreto fu privato di effetto il riconoscimento concesso all’Istituto Ottaviano per le Case Popolari di Ragusa Ibla con Decreto Luogotenenziale 24 febbraio 1918, numero 337.
Sebbene lo I.A.C.P. di Ragusa sia sorto nel 1941, l’inizio della sua attività costruttiva risale ai primi anni cinquanta. I primi alloggi furono realizzati nel comune di Ragusa, grazie ad un mutuo di lire 35.000.000 concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti e con la garanzia dell’Amministrazione Provinciale, che risultò, però, insufficiente per il completamento del programma che prevedeva la costruzione di numero 48 alloggi, distribuiti su 3 edifici.
Si dovette ricorrere, pertanto, al concorso finanziario dell’ex società Asfalti, Bitumi, Cementi e Derivati (A.B.C.D.), in cambio dell’assegnazione degli alloggi ai suoi dipendenti, per il completamento del terzo edificio.
Un’esperienza certamente non esaltante, questa iniziale, che mise l’Istituto di fronte a una realtà che, successivamente, si sarebbe confermata fatta d’inadempienze, remore e ritardi di ogni genere.
Ciò nonostante, man mano che la sua presenza operativa si consolidava e la sua attività diventava più intensa, molte difficoltà furono superate e le esigenze abitative più immediate soddisfatte, sia pur in presenza d’un quadro istituzionale confuso e incerto per via dell’assenza d’una qualsiasi programmazione e per l’estrema diversificazione sia dei soggetti operanti nel settore dell’edilizia pubblica che dei finanziamenti, che creavano marcate sperequazioni fra gli utenti di uno stesso prodotto.
Si dovette attendere la legge di riforma della casa (numero 865/1971) perché la situazione mutasse radicalmente: alla episodicità dei finanziamenti e alla frammentazione delle competenze fra i diversi Enti si pose rimedio con un disegno d’impiego unitario dei fondi destinati all’edilizia residenziale pubblica attraverso gli Istituti Case Popolari e l’accorpamento negli stessi di tutte le funzioni, prima variamente e territorialmente disperse.
Questa scelta del legislatore, peraltro lungamente attesa e auspicata, non poteva lasciare le cose immutate dal punto di vista organizzativo, così agli adempimenti di carattere formale dovettero fare seguito, necessariamente, provvedimenti diretti ad adeguare e potenziare gli organici per fronteggiare le nuove esigenze.
Questo sforzo di miglioramento è tuttora in atto e, sebbene le difficoltà non manchino, l’impegno di tutto il personale è costante e continuo per la soluzione dei problemi, che la complessa attività gestionale e tecnica quotidiana pone.
Operare in un ambito territorialmente ristretto, in una Provincia che comprende solo 12 comuni, non facilita il compito.
Ciò, però, può essere irrilevante se si coniuga, così come si sta attuando, lo spirito di abnegazione di amministratori e dipendenti che hanno, come unico obiettivo, la crescita dell’Istituto per poter consentire a una sempre più larga fascia di cittadini l’esercizio del diritto alla casa.